Il Piano Condor – Omicidio politico, tortura e difficoltà della giustizia italiana

Era l’11 settembre del ’73 quando le forze golpiste di Pinochet assaltavano via terra e via aria il Palacio de la Moneda a Santiago del Cile. All’epoca, secondo alcuni analisti, era già attivo il Plan Condor, l’organizzazione criminale multinazionale finalizzata alla sparizione di persone che fu messa in atto dalle dittature militari che controllarono i governi di Cile, Paraguay, Uruguay, Brasile, Bolivia e Argentina negli anni ’70-’80.

Juan Montiglio, nome di battaglia Anibal, il giorno del Golpe aveva 24 anni ed era il capo del Gap, Gruppo Amici del Presidente, una sorta di guardia privata del presidente Allende. I militari lo sequestrarono insieme ai suoi compagni e, secondo alcuni testimoni, venne imprigionato, torturato, fucilato a colpi di mitra e fatto saltare in aria con delle bombe a mano nella caserma Tacna dai militari comandati da Rafael Francisco Ahumada Valderrama. Uno dei 3mila desaparecidos cileni fino all’aprile 2017, quando sono stati identificati dei frammenti dei suoi resti. Da poco, lo scorso gennaio, si era concluso il Processo Condor in Italia con la prima condanna al mondo per omicidio per i fatti de la Moneda. La Terza Corte d’Assise di Roma si è pronunciata con 8 condanne all’ergastolo, fra cui quella al capitano Valderrama, e 19 assoluzioni.

Mentre si attende l’inizio del Processo d’Appello, chiesto dalla Procura a maggio, l’11 settembre, presso la Casa della Memoria e della Storia, in via Francesco de Sales, si svolgerà l’incontro “Il Piano Condor – Omicidio politico, tortura e difficoltà della giustizia italiana. La giustizia italiana alle prese con le dittature sudamericane, tra la necessità storica di condanna e la perdurante inadeguatezza legislativa sul reato di tortura”. Il Processo Condor, oltre a restituire gli orrori del coordinamento repressivo fra le dittature del Cono Sud e le storie, spesso eroiche, di un’intera generazione che il terrorismo di Stato ha voluto sterminare, ci ha messo di fronte all’impossibilità, nel nostro ordinamento, di cogliere l’essenza giuridica e l’essenza sostanziale dei crimini con cui ci siamo confrontati nel procedimento. Il nostro ordinamento è, infatti, carente e non conforme agli standard internazionali che pongono in capo agli Stati l’obbligo di punire e reprimere i responsabili di crimini internazionali come la tortura e la sparizione forzata. Questo vacuum normativo lo rende, fra l’altro, un porto sicuro per i torturatori.

Nell’incontro di lunedì 11 interverrà, fra gli altri, il presidente di Progetto Diritti, avv. Mario Angelelli che nel Processo Condor ha difeso molte delle parti civili. Insieme a lui ci saranno

Fabrizio De Sanctis – Presidente ANPI Provinciale di Roma;

Il Comitato Madri Per Roma Citta’ Aperta;

Julio Santucho – Presidente dell’Instituto Multimedia DerHumALC;

Le Madri di Plaza de Majo – testimoni;

Enrico Calamai – già Console a Buenos Aires dal 1972 al 1977;

Susy Fantino – testimone.

L’incontro si svolgerà l’11 settembre ore 17,00 alla Casa della Memoria e della Storia in via S. Francesco di Sales 5 a Roma.

Info: 06 6876543.

 

Qui un approfondimento sul Golpe Cileno e sulla storia di Juan Montiglio, realizzato da Alessandro Leogrande per la il programma Vite che non sono la tua su Radio3Rai.

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