Da 46 anni non sappiamo dove portare i nostri fiori

Nel fine maggio scorso gli avvocati di Progetto Diritti, Arturo Salerni e Mario Angelelli, insieme a una delegazione di 24 marzo onlus, a La Paz erano stati ricevuti nel palazzo presidenziale dal Presidente Evo Morales, dal Ministro della Giustizia Héctor Arce Zaconeta, e dai presidenti di Camera e Senato, Gabriela Montaño e José Gonzales. Con loro avevano avuto un confronto molto proficuo sulle questioni relative al Processo Condor e sulle azioni predisposte dal governo boliviano per far luce sui crimini commessi durante gli anni delle dittature dal 1964 al 1982.

Quell’incontro fu seguito da una presa di posizione storica da parte delle autorità boliviane, ovvero la pubblicazione dell’atto istitutivo della Comisión de la Verdad, un organo inquirente con il compito di far luce sugli anni bui della dittatura. La Commissione era prevista dalla legge 879 del 23 dicembre 2016, ma non era stata ancora effettivamente istituita. Un passaggio importantissimo per la società civile della Bolivia, per tutte le organizzazioni di diritti umani impegnate nel percorso di verità e giustizia in Latino America, per i tanti parenti che ancora aspettano di sapere qualcosa del destino dei propri cari desaparecidos. Un passaggio a cui ha sicuramente contribuito lo svolgimento in Italia del Processo Condor, e la sentenza di primo grado che ha riconosciuto l’esistenza di un coordinamento fra le dittature dei Paesi del Cono Sud negli anni ’70-’80, al fine della soppressione e sparizione sistematica dei dissidenti politici. Un passaggio incoraggiato anche dall’ostinazione e dall’impegno anche in Italia di organizzazioni, avvocati, attivisti, magistrati, giornalisti convinti che i crimini contro l’umanità non si possano prescrivere.

ASOFAMD, Asociación de Familiares de Detenidos Desaparecidos y Mártires por la Liberación Nacional, che l’avv. Arturo Salerni ha difeso nel Processo Condor, ha annunciato con un comunicato la nomina tanto attesa dei 5 commissari componenti la Comisión de la Verdad. Si tratta di dell’ex presidente di ASOFAMD e FEDEFAM, Dr. Nila Heredia; Edgar Ramirez, ex dirigente minero; Teodoro Barrientos, ex leader campesino; Isabel Viscarra, promotrice culturale e Eusebio Gironde, avvocato e insegnante.

I membri della Commissione potranno accedere a immobili privati, tra cui ex nascondigli ed ex centri e centri di detenzione; convocare e sentire le testimonianze di vittime e parenti, di autori diretti e indiretti, esecutori e mandanti, istigatori, complici e favoreggiatori attraverso interviste, audizioni o altri mezzi. Grande speranza e grande attesa per il lavoro di questi esperti, a cui il presidente Evo Morales ha conferito l’incarico a 46 anni dalla fine della dittatura. La lotta per il Diritto alla Verità è un impegno costante per tutte le organizzazioni in America Latina, Asia, Africa e Medio Oriente, di fronte alla grave mancanza di informazioni su ciò che è avvenuto in diversi periodi di rotture dell’ordine democratico o situazioni di conflitto. Nei Paesi del Latino America sono stati compiuti importanti progressi in termini di verità, giustizia e riparazione, ma l’impunità rimane. Per questo da ASOFAMD la speranza che il lavoro della Commissione, insieme alla declassificazione degli archivi militari, permetta di saldare almeno in parte il debito storico della democrazia, che possa dare una risposta alla ricerca instancabile delle tante madri che sono morte senza sapere nulla sulla sorte dei propri figli desaparecidos. Come Gladys Oroza Solone, morta nel 2012 chiedendo di conoscere la verità e trovare i resti di suo figlio José Carlos Trujillo Oroza, e ha chiesto che accanto alla sua urna fosse posto il cartello con la scritta “Dov’è mio figlio?” che l’aveva accompagnata in diversi luoghi per 40 anni. Il lavoro della Commissione sarà anche un omaggio alla giustizia per le donne boliviane che hanno combattuto per la democrazia, per il progresso e la rivoluzione. Quello della memoria è un percorso doloroso perché la scomparsa forzata, le esecuzioni sommarie, le torture, l’esilio, gli anni di prigionia dei propri cari sono un male che si rinnova ogni giorno. “Generale, sono più di 25 anni che non so dove portare questi fiori” ripeteva la famosa cantautrice boliviana Gladys Moreno nel 1997. “Da più di 46 anni non sappiamo dove portare i nostri fiori” ripetono gli attivisti di ASOFAMD oggi. Ma l’istituzione della Comisión de la Verdad e la nomina dei membri segna un passaggio di grande valore politico per chi in ogni angolo del mondo lotta contro l’impunità di chi si macchia di crimini contro l’umanità.

 

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