L’ASGI contesta la normativa sui contributi al sostegno alle locazioni

23.04.2012

L’anzianità di residenza richiesta agli immigrati contraria ai principi costituzionali e alla normativa UE.

In queste settimane i Comuni italiani stanno emanando i bandi per l’assegnazione dei contributi ad integrazione dei canoni di locazione per l’anno 2012.

Detti bandi  seguono il dettato normativo di cui all’art. 11 della  legge n. 9 dicembre 1998, n. 431, così come modificato dal comma 13 dell’art. 11 della legge n. 133/2008, che ha convertito, con modificazioni, il decreto-legge n. 112/2008 (misure economico-finanziarie di stabilizzazione, il c.d. decreto “Tremonti”). Tale normativa ha introdotto, per quanto concerne i destinatari e i requisiti soggettivi di accesso al beneficio sociale,  una discriminazione “diretta” nei confronti degli immigrati stranieri aventi la cittadinanza di Stati terzi non membri dell’Unione europea, disponendo che ai fini dell’accesso ai finanziamenti del citato  Fondo nazionale per il sostegno alle abitazioni in locazione venga previsto per i soli stranieri extracomunitari il requisito del possesso del certificato storico di residenza da almeno dieci anni nel territorio nazionale ovvero da almeno cinque anni nella medesima regione.

L’ASGI ritiene che tale disparità di trattamento a svantaggio degli immigrati di Paesi terzi non membri dell’UE rispetto ai cittadini nazionali e a quelli di  Stati membri dell’Unione europea costituisca una discriminazione illegittima in violazione dei principi costituzionali di uguaglianza, nonché delle norme del diritto dell’Unione europea che prevedono un principio di parità di trattamento a favore di talune categorie di cittadini di Paesi terzi non membri dell’UE (familiari di cittadini comunitari, lungo soggiornanti e rifugiati e titolari della protezione sussidiaria).

Avendo ricevuto una segnalazione proveniente dal territorio del Comune di Grosseto, il Servizio anti-discriminazioni dell’ASGI ha inviato un proprio parere al Sindaco del Comune di Grosseto e, per conoscenza, al Presidente dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e all’UNAR (Ufficio Nazionale Anti-Discriminazioni Razziali).