Verso l’istituzione di uno “Statuto del migrante di ritorno”

altA Roma, il 25 giugno 2015, presso laula del Campidoglio, si è discusso ancora del difficile accesso dei lavoratori migranti alla pensione e delle difficoltà che questi incontrano nel realizzare i progetti di rientro nei Paesi di origine. 
 

L’associazione Progetto Diritti e l’associazione Roma-Dakar hanno organizzato una tavola rotonda di discussione e confronto a cui hanno partecipato esponenti della società civile, del mondo sindacale, delle istituzioni, dell’associazionismo degli stranieri.

E’ stata lanciata la proposta dello “statuto del migrante di ritorno” vale a dire un pacchetto di misure quali: la stipula di convenzioni bilaterali tra l’Italia e i Paesi a più forte pressione migratoria, il rafforzamento dei programmi esistenti di rientro volontario, l‘istituzione di regimi pensionistici flessibili per i lavoratori stranieri che manifestano il desiderio di rientrare anticipatamente nel contesto di origine, la sperimentazione della sospensione del permesso di soggiorno per un periodo di tre anni allo scopo di tentare il rientro produttivo del Paese di origine, con facoltà di riattivare il diritti di soggiorno in caso di ingresso in Italia entro l’arco di tempo descritto.

La tavola rotonda è stata un momento di raccolta di storie individuali e di analisi dei problemi (materiali, relazionali, psicologici) a cui va incontro il migrante che decide di intraprendere quella sorta di “migrazione al contrario” che è il ritorno nel proprio Paese. Nel corso della conferenza sono state poi avanzate ulteriori proposte, quali ad esempio: 
  • dare vita a un momento di confronto a livello nazionale che consenta l’interlocuzione anche con la dirigenza dell’Inps e con i rappresentanti del Governo
  • utilizzare la possibilità (ora offerta dalla legislazione) di pagamento del sussidio di disoccupazione (la cosiddetta Naspi) in un’unica soluzione per l’avvio di progetti di lavoro autonomo anche all’estero
  • destinare una quota di contribuzione (in particolare, quella versata per il lavoro stagionale degli stranieri) al finanziamento di un fondo speciale presso l’Inps che eroghi prestazioni in favore dei lavoratori migranti che intendono rimpatriare   
  • sollecitare una presa di posizione sul tema dei diritti previdenziali dei lavoratori migranti anche da parte dell’Unione europea, e a tal fine avviare un canale di dialogo anche con gli europarlamentari italiani e con gli organismi di Bruxelles 
  • istituire, con l’attivazione della società civile e dei patronati, un elenco delle persone straniere che espatriano, in modo da poterle ricontattare al raggiungimento dell’età pensionabile
Sono tutte proposte che meritano approfondimento e che vanno del senso dell’istituzione di uno “statuto del migrante di ritorno”. Questi e simili temi saranno sempre più di attualità man mano il nostro Paese sarà caratterizzato da un’immigrazione “matura”
L’associazione Progetto Diritti e l’associazione Roma-Dakar manterranno alto il loro impegno e continueranno a stimolare l’apertura di un dibattito più ampio e l’avvio di iniziative concrete.