Omicidio di Shahzad a Torpignattara: otto anni di reclusione per il minorenne autore dell’aggressione.

altSi è concluso ieri davanti al Tribunale per i Minorenni di Roma, con una condanna in primo grado a otto anni di reclusione per omicidio volontario, il processo per l’uccisione di Muhammad Shahzad Khan avvenuta la notte del 18 Settembre 2014 in Via Pavoni, nel quartiere di Torpignattara.
 

Shahzad, ventottenne pakistano, era stato brutalmente ucciso a calci e pugni da D., diciassettenne che lo aveva continuato a colpire nonostante fosse già a terra, inerme.

La sua sola colpa l’aver infastidito alcuni abitanti del vicinato recitando a voce alta le Sure del Corano. La vicenda aveva scosso l’opinione pubblica, tanto più che al brutale assassinio avevano fatto seguito manifestazioni di solidarietà nei confronti dell’omicida, sostenute dalle solite ventate di demagogia populista e xenofoba. Il quartiere aveva anche saputo rispondere però con forza, manifestando la sua vicinanza alla famiglia di Shahzad e prendendo le distanze da un atto così vile e di violenza inaudita.

Le evidenze risultanti dall’autopsia della vittima e le ricostruzioni rese da diversi testimoni oculari, hanno permesso di giungere al verdetto di colpevolezza, così come richiesto dall’avvocato Mario Angelelli- presidente di Progetto Diritti- difensore della famiglia di Shazad
Intanto prosegue davanti alla Corte di Assise di Roma il processo che vede imputato il padre del ragazzo minorenne, colpevole secondo molti testimoni di aver incitato il figlio a colpire e uccidere il ragazzo pakistano, in un’escalation di assoluta sopraffazione e disprezzo.