Uccise un senegalese A giorni sarà libero, La Repubblica

Un anno fa aveva sparato con un fucile caricato a pallettoni e aveva ammazzato un giovane senegalese suo vicino di casa. Tra qualche settimana, Paolo Morra, ispettore di polizia accusato di omicidio volontario, potrà tornare in libertà in quanto scadranno i termini della custodia cautelare. «Sarebbe un fatto scandaloso e ingiusto, un nuovo dolore per i parenti della vittima» accusano gli avvocati Mario Angelelli e Luca Santini, legali della famiglia del senegalese che ha lasciato orfani sei figli. A un anno dall’ assassinio di Cheick Diouf, ambulante senegalese di 42 anni, l’ ex poliziotto del commissariato di Civitavecchia potrebbe già tornare in libertà. Lo scorso maggio, a Paolo Morra erano stati concessi gli arresti domiciliari presso la casa della compagna vicino a Reggio Calabria.

 

La misura era stata concessa dopo un periodo di ricovero nell’ ospedale psichiatrico a causa dello stato depressivo ritenuto incompatibile con il carcere. La “scarcerazione” potrebbe scattare per via dei termini delle misure cautelari destinati a scadere appunto a un anno dall’ arresto dell’ ispettore, fermato dopo aver sparato con un fucile a pompa, uno di quelli che si usano per la caccia grossa, contro l’ africano che da 20 anni viveva regolarmente nella città a nord di Roma. Un omicidio, secondo l’ accusa, determinato dalle liti frequenti con la piccola comunità di senegalesi. «Abbiamo chiesto che la Procura prenda provvedimenti per evitare una scarcerazione ingiusta – spiegano gli avvocati Angelelli e Santoni, legali dei familiari della vittima – Non comprendiamo per quale ragione non sia stato ancora chiesto il rinvio a giudizio di Morra che ne avrebbe bloccato il ritorno alla libertà». L’ ispettore aveva raccontato di aver aperto il fuoco accidentalmente per sedare una lite tra immigrati. Una versione smentita da alcuni testimoni e connazionali del senegalese che avevano, invece, ricordatoi frequenti contrasti con il poliziotto che non voleva che i suoi vicini senegalesi si intrattenessero nel giardino davanti alla sua abitazione. Dopo l’ omicidio del venditore ambulante la comunità senegalese aveva manifestato davanti al commissario di Civitavecchia dove l’ ispettore prestava servizio. La protesta era sfociata in blocco stradale con tanto di cassonetti messi di traverso. «Non vorremmo – concludono gli avvocati Angelelli e Santoni – che certe scene si ripetessero. Non vorremmo soprattutto che passasse il messaggio per cui la vita di un immigrato conta poco e che si può sparare e ammazzare un senegalese senza rischiare di restare in carcere». – MARINO BISSO