Richieste d asilo e accoglienza, Italia è “responsabile” , Redattore Sociale, 01/02/2010

 

Studio del parlamento Ue propone un metodo di misurazione. L’indice di responsabilità tiene conto dei flussi delle richieste e della capacità d’accoglienza: Svezia al primo posto, Malta fanalino di coda

BRUXELLES – Lo studio del Parlamento europeo sui costi economici e sociali per l’accoglienza dei richiedenti asilo negli Stati membri, mostra differenze considerevoli tra un paese e l’altro. Il Parlamento europeo propone quindi dei metodi di misurazione del fenomeno e formula alcune proposte per una più equa ripartizione delle responsabilità.  Un primo gruppo di indicatori tendono a definire la “capacità” di uno Stato membro ad accogliere i richiedenti asilo, basandosi principalmente su tre dimensioni: il Pil pro capite, il numero di abitanti e la dimensione del territorio (densità della popolazione). Combinando e ponderando tutte e tre le dimensioni (indice di capacità 1), i 5 paesi con la più alta “capacità” sono Svezia, Finlandia, Francia, Irlanda e Regno Unito (Italia 8° posto). Sul lato opposto della scala si trovano, Romania, Bulgaria e Malta.

Un secondo gruppo di indicatori tende invece a misurare il “flusso” delle richieste di asilo. Da questo punto di vista, i flussi più elevati sono in Svezia, Francia, Regno Unito e Grecia (Italia al 6° posto), i più bassi in Polonia, Slovenia e nei paesi baltici. Combinando “capacità” e “flussi”, il rapporto del Parlamento europeo giunge ad elaborare una sorta di “indice di responsabilità”. In sintesi, Il risultato mostra, ad esempio, che la Svezia ha la maggiore capacità e un altrettanto elevato flusso di richiedenti asilo; la Finlandia ha un’alta capacità ma flussi modesti; Francia, Germania, Italia e Austria hanno capacità relativamente alte e flussi proporzionalmente elevati; i paesi baltici un flusso delle richieste di asilo molto inferiore alle loro capacità; Malta, al contrario, una capacità relativamente bassa e flussi proporzionalmente maggiori.

Oltre all’analisi quantitativa e qualitativa dei costi per l’accoglienza dei richiedenti asilo, lo studio del Parlamento europeo elabora una serie di proposte politiche. Innanzitutto, quale che sia il sistema di condivisione delle responsabilità, l’attivazione di misure d’urgenza dovrebbe essere sempre possibile in caso di afflusso massiccio di richiedenti asilo, per esempio in occasione di conflitti o  altri grandi catastrofi umanitarie. Il progetto di bilancio per il 2010 indica che questo è finanziariamente sostenibile.

I programmi Ue di solidarietà e di gestione dei flussi migratori (in particolare il Fondo europeo per i rifugiati e il Fondo di integrazione) dovrebbero invece essere potenziati, con un impegno finanziario più forte da parte degli Stati membri.  Gli Stati membri che devono far fronte a particolari pressioni devono poter beneficiare di una maggiore compensazione finanziaria, soprattutto in caso di afflusso massiccio ed improvviso di rifugiati. Bisognerebbe inoltre considerare maggiormente le misure per la ri-distribuzione fisica dei richiedenti asilo all’interno dell’Unione europea. Qualsiasi meccanismo di distribuzione dovrebbe però tenere conto della “capacità” relativa degli Stati, piuttosto che basarsi soltanto sui numeri assoluti. Bisogna ad esempio tenere conto del Pil, dell’ampiezza e della densità della popolazione e del numero effettivo dei richiedenti asilo. (Carlo Caldarini)