Naufragio di Lampedusa: il soccorso in mare è un dovere

Ieri il Tribunale di Agrigento ha condannato nove persone componenti dell’equipaggio del peschereccio che il 3 ottobre 2013 non intervenne a soccorrere i migranti a bordo dell’imbarcazione in avaria al largo dell’Isola dei Conigli davanti al Lampedusa: sei anni di reclusione per il comandante, quattro anni alle altre persone ritenute responsabili dell’omissione di soccorso. Progetto Diritti ha partecipato quale parte civile al processo, assistita dagli avvocati Giuseppe Nicoletti e Gaetano Pasqualino, unitamente all’associazione Gandhi, assistita da Alessandra Ballerini 

La nostra associazione da anni – insieme al Comitato Verità e Giustizia per i Nuovi Desaparecidos ed alla Coalizione Italiana Libertà e Diritti Civili – da anni si batte, e continuerà, a battersi per la ricerca della verità su cosa successe nella notte del 3 ottobre, per l’accertamento delle cause della morte di oltre trecento persone, per la gran parte eritrei, e per indagare sulla tempestività ed efficacia dei soccorsi. 
La sentenza di Agrigento costituisce un passaggio importante in questo percorso.

Oggi, 10 dicembre, è la giornata internazionale dei diritti umani e sempre più è necessario battersi per l’affermazione del diritto alla vita e del dovere di soccorso in mare, troppe volte negati.