Il ritratto del migrante minorenne Tutti quelli che arrivano dal mare; www.repubblica.it; 12/11/2010

L’analisi di Save the Children sull’accoglienza degli under 18 che sbarcano sulle coste. I numeri: 778  sbarcati nei primi 8 mesi del 2010. Il racconto di Omar. Il rischio della clandestinità determinato dal pacchetto sicurezza del 2009 impedisce di ottenere permessi di soggiorno a 18 anni

di VLADIMIRO POLCHI 

ROMA – Afgani, bengalesi, egiziani. In numero sempre minore, somali ed eritrei. Giovanissimi: 12-13 anni. Per il 90% maschi. Eccola la “carta d’identità” dei minori giunti in Italia via mare. A fotografarli è il III° Rapporto di Save the Children su “L’accoglienza dei minori in arrivo via mare”. Qualche dato: 778 sono i minori sbarcati in Italia nei primi 8 mesi del 2010. Con loro, 2.589 adulti.

Il racconto. “Sono nato in Bangladesh a Feni. Mamma e papà non avevano i soldi per curarsi e neppure per mandare a scuola i miei fratelli più piccoli. Per farmi partire, mia madre ha venduto tutto e papà ha chiesto un prestito. Il viaggio è costato 3mila euro. Da Feni sono andato a Dhaka. Qui, con un altro ragazzo, sono salito su un furgone diretto in India. Abbiamo viaggiato per 15 giorni. In Pakistan ci siamo nascosti in un camion: eravamo in 15. Abbiamo attraversato l’Iran. In Turchia ho trovato posto su una barca, con altre 50 persone: c’era pochissimo spazio e avevamo paura che ci buttassero in mare. Sono arrivato in Italia dopo 4 giorni di traversata”.

A rischio clandestinità.  Omar (il nome è di fantasia) non ha ancora diciotto anni. Oggi vive in una comunità per minori in Puglia. Vuole restare in Italia e lavorare, per ripagare il debito dei suoi genitori. Omar è uno dei 778 minori stranieri sbarcati (o rintracciati) tra Sicilia, Puglia e Marche, da gennaio ad agosto 2010. Un esercito di ragazzi a rischio clandestinità: a molti, infatti, il pacchetto sicurezza varato nel 2009 impedisce di ottenere un permesso di soggiorno al compimento dei 18 anni. Quanti sono davvero a rischio? Tanti: l’89% dei minori ospitati in Sicilia, l’82% in Puglia e il 27% dei giovani presenti nelle comunità marchigiane.

I numeri, regione per regione.
Più nel dettaglio: in Sicilia, da febbraio ad agosto 2010 sono giunti 113 minori non accompagnati (tutti identificati a Porto Empedocle) e 126 minori accompagnati, a fronte di 1312 adulti. Nelle Marche tra gennaio e giugno 2010 sono stati rintracciati al Porto di Ancona 280 migranti: 252 sono stati rimandati nel Paese di provenienza della nave sulla quale viaggiavano (nella quasi totalità dei casi la Grecia). I migranti rintracciati provengono soprattutto dall’Afghanistan e dall’Iraq, 209 sono uomini, 20 donne e 51 minori. “I minori in arrivo sulle coste marchigiane  –  spiega il rapporto  –  viaggiano prevalentemente su traghetti di linea greci, nascosti all’interno dei bagagliai di auto o furgoni, o dentro roulotte e carrelli tenda.

In fuga sotto i camion. A volte, per evitare di essere scoperti all’arrivo ad Ancona, i minori si nascondono sotto i camion, nel ridottissimo spazio che c’è al di sopra dell’asse che unisce le ruote posteriori, rimanendo appesi con una cinghia e sostenendosi con le  braccia per lunghe ore, fino a quando l’autista non decide di fermarsi in un’area di rifornimento”. In Puglia si registra un record di arrivi: da gennaio ad agosto 2010 le persone giunte sulle coste pugliesi sono state 1075, di cui il 60% di nazionalità afghana. I minori sono 488. Il Rapporto di Save the Children non monitora invece gli sbarchi in Calabria: nuova rotta dell’immigrazione via mare, a partire dall’ultimo anno.

Aumentano in Puglia. “Qui gli sbarchi sono di più, a differenza di quelli in Sicilia, sono aumentati sensibilmente rispetto al 2009  –  spiega Valerio Neri, direttore di Save the Children Italia  –  a testimonianze della ricerca da parte dei migranti di nuove rotte, soprattutto dall’Asia. Rotte caratterizzate, per quanto riguarda i minori, da viaggi sempre più lunghi e rischiosi. Non solo. Presumibilmente sono centinaia i minori rimasti in Libia e trattenuti in condizioni disumane, sottratti a qualsiasi tutela, protezione e controllo di organismi terzi e indipendenti”.

L’allarme. Il rapporto parla chiaro: “Il pacchetto sicurezza (legge 94/2009)  –  si legge  –  determina, di fatto, l’impossibilità di convertire il permesso di soggiorno per i minori non accompagnati, che hanno fatto ingresso in Italia a un’età superiore ai 15 anni: la prospettiva è di ritrovarsi irregolari una volta compiuti i 18 anni. Corrono questo rischio l’89% dei minori presenti in Sicilia, l’82% in Puglia e il 27% nelle Marche”. La legge del 2009, infatti, richiede la permanenza di almeno 3 anni in Italia, prima del conseguimento della maggiore età.

Ma non è tutto. Save the Childern ha monitorato anche le comunità per minori presenti in Sicilia, Puglia e Marche. “Il sistema dell’accoglienza di Marche e Puglia appare globalmente migliore rispetto a quello siciliano, ma alcune carenze sono comuni alle tre Regioni  –  sintetizza Valerio Neri  –  il deficit più rilevante riguarda i mediatori culturali, la cui mancanza ha un impatto rilevante sul fenomeno delle fughe. Inadeguate appaiono anche le opportunità di inserimento scolastico e lavorativo offerte ai giovani ospiti”. La conseguenza? In Sicilia a fuggire dalle comunità nel 2010 è stato il 50% dei minori stranieri presenti. Soprattutto egiziani. Nelle Marche questa percentuali si ferma a quota 18%. Per schizzare a un allarmante 93% nelle comunità pugliesi.