Cristiana Pelliccetti dello sportello legale di Progetto Diritti al Pigneto: «La nostra parola d’ordine nel 2020 è stata la continuità».

Cristiana Pelliccetti – dal 2007 operatrice dello storico sportello legale di Progetto Diritti al Pigneto – ci racconta il 2020 spericolato a Via Ettore Giovenale: «Abbiamo cominciato l’anno lavorando sugli effetti del Decreto Salvini, in particolare abbiamo informato e assistito gli utenti più colpiti dalle conseguenze del decreto, i titolari di permesso di soggiorno per motivi umanitari al fine di conservare la loro regolarità sul territorio».
E poi? «E poi c’è stata la sorpresa della pandemia e, durante il lockdown totale, come tutti abbiamo dovuto ricalibrare la nostra modalità di lavoro facendo circolare sul territorio dei numeri di telefono con i quali, nei primi mesi di chiusura, siamo riusciti comunque a intercettare le esigenze dei nostri utenti. Direi che abbiamo cercato con tutte le nostre forze di dare continuità alle attività dello sportello. Credo che ci siamo riusciti».
«Oltre a svolgere le nostre abituali attività, abbiamo anche partecipato a un lavoro di coordinamento e di rete con altre associazioni per le esigenze di persone che nel frattempo erano cambiate. Abbiamo diffuso dei volantini in le varie lingue per comunicare a tutti gli utenti stranieri quello che stava accadendo e abbiamo scoperto che le persone erano in difficoltà anche solo per mangiare, avevano perso il lavoro e non avevano altra fonte di reddito. Abbiamo offerto assistenza anche per ottenere e richiedere gli aiuti come il bonus spesa o quello per le partite Iva, ecc. La rete con altre realtà del territorio (Ex-Snia, il comitato di quartiere, e altre associazioni di volontariato) è stata fondamentale».
«Abbiamo insomma affrontato l’emergenza con le qualità che in questo territorio sono presenti e operanti da tempo: la solidarietà, il sostegno reciproco, il supporto alle situazioni più complicate».
«Voglio ricordare un caso che ci ha occupato durante il lockdown e che con caparbietà siamo riusciti a risolvere. Si tratta di un ricongiungimento familiare che era stato bocciato per errore assurdi – una dei quelle situazioni kafkiane purtroppo piuttosto frequenti –  e che, anche durante lo stato di fermo delle attività istituzionale, siamo riusciti a sbloccare. Ne siamo stati orgogliosi».
Poi il lockdown è finito. Siamo a maggio. «Sì, abbiamo poi riaperto lo sportello adeguandoci alle nuove norme sanitarie e subito c’è stato l’evento della sanatoria che ci impegnato per mesi, da giugno ad agosto, con un’affluenza allo sportello veramente notevole».
Il 2020 è finito con le modifiche al Decreto sicurezza, che ne pensi? 
«Penso che, per quanto sia ancora in una situazione embrionale, le modifiche che sono note offrano diverse possibilità di regolarizzazione e penso che nel 2021 sarà il nostro campo di battaglia quotidiano. Vorrei che tornassero allo sportello tutte le persone che sono state colpite dal precedente decreto salviniano per poter individuare strategie per ottenere e rinnovare il loro permesso di soggiorno».