Angelo Mai: notificato ricorso al Consiglio di Stato contro la chiusura

L’avvocato di Progetto Diritti Arturo Salerni, difensore dell’associazione Probasis ONLUS assegnataria dei locali dell’Angelo Mai, ha presentato in data 29 maggio ricorso al Consiglio di Stato avverso l’ordinanza del Tar del Lazio del 25 maggio che respingeva la richiesta di sospensiva dello sgombero.

La vicenda dell’Angelo Mai è molto articolata e legata a quelle di numerosissimi luoghi di produzione culturale e centri aggregativi della capitale siti in strutture di proprietà comunale prima assegnati – anche ai sensi delle deliberazioni del Consiglio Comunale capitolino n. 26/95 e n. 202/96 –  successivamente individuati nella delibera di giunta n.140 del 30 aprile 2015 (recante “linee guida per il riordino, in corso, del patrimonio indisponibile in concessione”) e poi oggetto di provvedimenti di sgombero.

Con la determinazione dirigenziale n. 649 del 23.9.2016, il Dipartimento Patrimonio Sviluppo e Valorizzazione di Roma Capitale – Direzione Gestione Amministrativa – U.O. Concessioni Locazioni – Servizio Concessione Immobili a Fini Sociali, anche per l’Angelo Mai  disponeva la Riacquisizione ed avverso detto provvedimento l’associazione Probasis proponeva ricorso al Tar del Lazio.

L’Amministrazione capitolina, che nel frattempo non procedeva allo sgombero, con delibera n.19 del 22 febbraio 2017, aveva introdotto importanti correttivi rispetto alla delibera 140. In particolare aveva riconosciuto la necessità di non procedere agli sgomberi indiscriminatamente ma con gradualità e senza prescindere dalla natura delle attività svolte dagli assegnatari degli immobili e dall’utilità che deriva in campo socio-culturale alla collettività, anche in ausilio alle attività istituzionali del Comune di Roma.

Utile ricordare che con sentenza 77/2017 la Corte dei Conti aveva anche chiarito il fatto che per i beni in concessione per i quali era prevista una utilizzazione a prezzo ridotto e agevolato per finalità sociali e culturali, la scadenza o il non rinnovo della concessione, non cambia la natura del bene e la sua utilizzabilità alle stesse condizioni agevolate attuate con il provvedimento originario. Per cui la scelta di tutelare l’attività svolta da questi soggetti, e tra questi anche dall’associazione Probasis, in attesa dell’approvazione di un Regolamento comunale in tema di assegnazione e concessione di immobili, non produce pregiudizio di natura economica per Roma capitale.

Con direttiva del 9 giugno 2017 la giunta capitolina ha dato inoltre mandato al Dipartimento Patrimonio di costituire un tavolo di coordinamento composto da rappresentanti dei diversi Dipartimenti ed Assessorati con il potere di predisporre un elaborato contenente principi dell’azione che l’amministrazione deve seguire per l’eventuale rilascio degli immobili utilizzati da organismi senza fine di lucro, e quindi di “procedere a nuova verifica dei procedimenti che hanno portato all’emanazione di provvedimenti di riacquisizione dei beni immobili” evitando “pregiudizi gravi ed irreparabili durante il tempo strettamente necessario a giungere alla decisone sul riesame”.

Nonostante ciò, il 4 maggio scorso nuovamente una squadra della polizia municipale si è presentata all’ingresso dell’Angelo Mai in Via delle Terme di Caracalla per procedere, su ordine del dipartimento Patrimonio, allo sgombero forzoso ed immediato dell’immobile.

Anche in questo caso grande è stata la mobilitazione della città a sostegno degli attivisti dell’Angelo Mai. Numerosissimi artisti di fama internazionale sono accorsi a dare il proprio sostegno per scongiurare lo sgombero e la fine di un’esperienza pluridecennale che ha segnato la vita artistica della Capitale e dell’intero Paese, rappresentando una delle scene musicali e d’avanguardia teatrale più conosciute e apprezzate in Europa.

Immediatamente nell’ambito del ricorso già presentato al TAR del Lazio nel 2016 veniva proposta l’istanza di sospensiva del provvedimento di sgombero. Lo stesso Comune sospendeva nel frattempo lo sgombero in attesa del pronunciamento del TAR.

Nel ricorso presentato ora al Consiglio di Stato avverso l’ordinanza del 25 maggio 2018 con la quale il Tar ha rigettato l’istanza di sospensione, ancora si evidenzia che lo sgombero dell’Angelo Mai si porrebbe in contrasto con la volontà espressa dall’Amministrazione sia “con la deliberazione n. 19 del 2017 che con la Direttiva di Giunta del 9.6.2017, con gravissimo ed irreparabile pregiudizio per la associazione ricorrente e l’attività sociale, culturale ed artistica posta in essere a favore della cittadinanza, in contrasto con la manifestata esigenza amministrativa di tutelarla sino all’adozione di un Regolamento Comunale in tema di assegnazione e concessione di immobili ad uso sociale e culturale”.

“Siamo convinti del fatto che la Capitale – dichiara l’avv. Arturo Salerni – non possa alienare un’esperienza così importante come quella dell’Angelo Mai, unica nella sua capacità di essere vivaio di saperi e catalizzatore di esperienze innovative, punto di riferimento per la comunità artistica del Paese e luogo di socializzazione e condivisione. L’impegno e l’auspicio restano quelli di giungere quanto prima a una soluzione definitiva delle questioni inerenti gli immobili di proprietà comunale soprattutto in relazione a quelle esperienze che rappresentano veri polmoni artistici della Capitale e la cui fine segnerebbe una perdita gravissima per la cittadinanza”.

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