Sit in per detenuti politici in Siria

martedì 15 dicembre 2009
dalle ore 16:00 alle ore 18:00
Piazza San Marco (angolo Piazza Venezia – Roma)

Sit in di solidarietà coi prigionieri politici kurdi in sciopero della fame da 40 giorni nel carcere di Adra, Siria
La manifestazione è comunque tesa a generalizzare il problema carcerario kurdo rispetto alle potenze occupanti e comprende ovviamente anche il “caso Imrali” e la salute del Presidente Ocalan
partecipate e diffondete!

Invio il comunicato stampa del 27 novembreDifesa Internazionale (DI) è allarmata dalla notizia dello sciopero della fame attuato da numerosi detenuti politici kurdi che stanno protestando contro le condizioni detentive, pratiche giudiziarie scorrette e discriminazione razziale. Di ha contattato il Comitato internazionale della Croce rossa, l’Alta commissione per i diritti umani, il Segretario generale del Consiglio dell’Unione europea e il Segretario generale delle Nazioni unite chiedendo loro di intraprendere azioni urgenti sul caso.

Difesa Internazionale 27 novembre 2009COMUNICATO STAMPADI chiede alle autorità siriane di iniziare un dialogo con i prigionieri nel carcere di AdraDI chiede alla Siria di porre fine a tutte le forme di persecuzione contro la minoranza kurda, di investigare gli abusi commessi, di fare delle indagini ove ci siano delle prove e di punire coloro che sono sospettati di violazioni internazionali.

DI è allarmata dalle notizie che numerosi detenuti politici kurdi hanno iniziato uno sciopero della fame per protestare contro le condizioni detentive, pratiche giudiziarie scorrette e discriminazione razziale. Lo sciopero della fame sta avendo luogo nella prigione di Adra, 20 km nord est di Damasco. Lo sciopero della fame, iniziato lo scorso 30 ottobre, è l’ultimo disperato tentativo di attrarre l’attenzione del governo. I kurdi in Siria hanno sofferto la repressione sistematica caratterizzata da gravi violazioni dei loro diritti economici, sociali, culturali, civili e politici così come hanno sofferto la morte per tortura da parte delle autorità, detenzione indefinite senza processo, sparizioni, arresti arbitrary di massa, tortura e alter crudeltà, trattamenti inumani e punizioni.

DI chiede alle autorità siriane di intervenire per porre fine alla repressione contro la minoranza kurda e punire coloro che si sono macchiati di violare le leggi internazionali. Sino ad ora le autorità siriane hanno mancato di investigare gli abusi dei pubblici ufficiali e di indagare dove c’erano delle prove evidenti.Molti prigionieri nel carcere di Adra, che è amministrato dal Ministero siriano degli interni e dalle Forze di sicurezza, sono accusati di aver violato molti articoli del codice penale siriano.

Gli attivisti kurdi e i difensori dei diritti umani sono spesso accusati di indebolire il sentimento nazionale e/o di “incitamento al settarismo razziale” e di “provocare conflitti tra vari settori e membri della nazione”.Ai prigionieri non è consentito di incontrare i loro avvocati e le loro famiglie.

La loro richiesta, in particolare, è che le autorità siriane assicurino delle condizioni di detenzione conformi agli standard internazionali per il trattamento dei prigionieri. I prigionieri stanno anche protestando contro i processi illegali ai quali alcuni di loro sono stato soggetti. Ora, dopo 28 giorni (40 giorni NdR) di sciopero la loro salute è deteriorata, i detenuti soffrono forti emicranie, diminuzione di peso e perdita di liquidi corporei. Il governo siriani non ha assunto nessun passo per aprire un dialogo coi detenuti né per venire incontro alle loro richieste.

DI ha contattato il Comitato Internazionale della Croce rossa, l’Alto commissario per i diritti umani, il Segretario generale del Consiglio d’Europa e quello delle Nazioni Unite chiedendo loro di effettuare degli interventi urgenti per rispondere alle richieste dei prigionieri e per impegnare le autorità siriane a prestare attenzione medica ai prigionieri e di proteggere loro contro ulteriori torture e maltrattamenti.(Venerdì, 27 Novembre 2009 )