In Italia, a ricostruirsi una vita

cronache dallo sportello al Pigneto [3]

Il nostro sportello legale, a Roma, è sempre pieno, tutti i giorni. Abbiamo ripreso a lavorare quanto e di più di prima della pandemia. I casi che ci portano gli utenti sono tanti. Da ogni parte del mondo. 
Vi raccontiamo una storia, difficile ma di «riscatto».
H. viene allo sportello al Pigneto per una richiesta di Protezione Internazionale diniegata. H. ha 25 anni, viene dalla Nigeria, non sta bene e si vede. È passata dalla Libia dove ha subito violenze che per lei è difficile raccontare (per chiunque sarebbe così). Le operatrici dello sportello sospettano un passato di vittima della tratta. 
Non c’è tempo da perdere. Prima di tutto bisogna farle iniziare un percorso di cura. La ragazza fatica a parlare e a comunicare ma allo sportello non si perdono d’animo. Piano piano cercano di instaurare un rapporto di fiducia. È difficile – la ragazza talvolta appare smarrita – ma ci riescono. H. accetta di essere curata e ha cominciato da poco un percorso psicologico per l’elaborazione del proprio vissuto, tutt’ora in corso. La salute migliora. Il percorso è attivato. La ragazza comincia a essere seguita sia dal punto di vista giuridico che sanitario.
La sua vicenda non è ancora finita – ci vorrà del tempo – ma oggi H. dimostra di avere riacquistato la capacità di scegliere per sé, e appare convinta nel voler trasformare la sua vita.

[Questa cronaca è stata scritta grazie alla collaborazione di Cristiana Pelliccetti, operatrice dello Sportello legale di Progetto Diritti]