Chiusura dell’Ambulatorio per le Patologie Post-Traumatiche e da Stress

Di seguito il testo della lettera aperta.
al  Presidente della Regione Lazio
Renata Polverini
al Vice Presidente della  Regione Lazio
Luciano Ciocchetti
al Capo Segreteria Assessorato alla Salute,
Regione Lazio
Alessandro Moretti
al Capo del Dipartimento per le Libertà
Civili e l’Immigrazione
Prefetto Angela Pria
al Presidente della Commissione Nazionale
per il Diritto d’Asilo – Ministero dell’Interno
Prefetto Alfonso Pironti
al Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera
San Giovanni-Addolorata
Gianluigi Bracciale
al Presidente della Commissione territoriale per
il  riconoscimento delle protezione
internazionale di Roma
Vice Prefetto Isabella Alberti
Lettera aperta sulla chiusura dell’Ambulatorio per le Patologie Post-Traumatiche e da Stress del San Giovanni-Addolorata  a Roma
Le Associazioni firmatarie della presente Lettera aperta, che operano, con diverse competenze e funzioni, su tematiche attinenti la condizione dei richiedenti asilo e protetti internazionali presenti a Roma e nel territorio laziale, esprimono la loro viva preoccupazione per la chiusura dell’Ambulatorio per le Patologie Post-Traumatiche e da Stress dell’ Az. Ospedaliera San Giovanni-Addolorata  di Roma, la cui attività riveste, fin dal 2004,  un ruolo cruciale e rilevante nell’ambito della tutela della salute, delle cure e della riabilitazione di persone sopravvissute a gravi e specifiche patologie conseguenti alle torture, agli abusi e alle violenze subite nel loro Paese d’origine.
Le Associazioni firmatarie di questa Lettera aperta operano sugli aspetti legali, sanitari, sociali e procedurali collegati  all’accoglienza e al supporto del percorso della richiesta di protezione internazionale, aspetti che sono tutti tra loro inestricabilmente interconnessi. Nel corso di un ampio arco cronologico  le Associazioni e gli  Enti firmatari hanno avuto modo di apprezzare l’alta professionalità e la competenza specifica del lavoro svolto dall’Ambulatorio in oggetto, sviluppando con esso una intensa rete di sinergie e collaborazioni. Hanno potuto inoltre constatare gli elevati standard clinici e i risultati assai positivi ottenuti nel trattamento delle vittime di tortura, stupri e violenze, realizzati attraverso una  metodologia di lavoro innovativa basata sull’utilizzo di approcci terapeutici diversi ma integrati e  improntata al recupero dell’identità e della fiducia in sé e negli altri.
Vogliamo qui sottolineare come la  chiusura dell’Ambulatorio specialistico del San Giovanni stia determinando  un grave danno alla salute di un elevato numero di  pazienti in carico, affetti da patologie specifiche e complesse e  spesso con caratteristiche di “alto rischio”, che si vedono negare, di fatto, il diritto alla continuità delle cure.  Inoltre tale chiusura si traduce in un grave vulnus per le attività dei vari Centri, Associazioni, Enti e Istituzioni che, a vario titolo, si occupano dell’accoglienza ai richiedenti asilo ad “alta vulnerabilità”, che si vedono private di un  “segmento” essenziale del sistema di protezione per richiedenti asilo del territorio della Regione Lazio.
Riteniamo perciò che la chiusura di tale Ambulatorio, per la funzione che esso svolge nel campo specifico della riabilitazione e cura delle vittime di tortura e traumi estremi, rappresenti un preoccupante vulnus nel fragile sistema di protezione , sottraendo  risorse preziose e indispensabili ad ottemperare agli obblighi assunti dall’Italia in quanto firmataria della Convenzione di Ginevra del 1951 sullo statuto dei rifugiati,  obblighi peraltro incorporati nell’ordinamento giuridico e legislativo italiano.
Invitiamo perciò i destinatari di questo appello a voler individuare, nel più breve tempo possibile, con particolare attenzione al contesto del territorio laziale (ma senza dimenticare il ruolo che l’Ambulatorio svolge su scala nazionale, in quanto Centro di coordinamento nazionale della rete NIRAST, “Network Italiano per i Richiedenti Asilo Sopravvissuti a Tortura”), tutte le azioni da intraprendere e le decisioni da assumere, negli ambiti specifici che sono propri di ciascuna Istituzione,  in una ottica di collaborazione e complementarietà, per garantire la tempestiva riapertura dell’Ambulatorio per le Patologie Post-traumatiche e da Stress  e la ripresa immediata delle sue attività.
Senza Confine
UNHCR (United Nations High Commissioner for Refugees)

CIR, Consiglio Italiano per i Rifugiati

CARA- Centro Accoglienza Richiedenti Asilo di Castelnuovo di Porto (RTI Gepsa)

Arci

A Buon Diritto

MEDU, Medici per i Diritti Umani

Centro polifunzionale Enea

Ass. Be free

Ass. prom. soc. Yo Migro

Progetto Diritti

Arciconfraternita del Santissimo Sacramento e Trifone

Studio Carso

Cooperativa Auxilium, Ente Gestore CIE Ponte Galeria