Arturo Salerni (Cild): “La legge sulla cittadinanza è inadeguata, Ius scholae sarebbe un passo avanti”

La legge sulla cittadinanza è stata recentemente al centro del convegno “Trent’anni senza lode”, organizzato da Cild (Coalizione italiana per le Libertà e i Diritti civili) e tenutosi a Roma, nella Sala Capranichetta di Piazza di Monte Citorio lo scorso 5 aprile, a trent’anni dall’approvazione dell’attuale legge italiana sullo Ius sanguinis. Sul tema, abbiamo ascoltato il parere dell’avvocato Arturo Salerni, presidente di Cild e membro del direttivo di Progetto Diritti.

“La legge del ‘92 è stata approvata in un contesto molto diverso per quanto riguarda la presenza di cittadini di origine straniera in Italia”, ha affermato, sottolineando “in ogni caso la necessità di rivedere gli strumenti normativi e adeguarli a una realtà mutata, che oggi vede 5 milioni di persone nel nostro Paese con origini personali o familiari in paesi stranieri”.

Nel corso del convegno è stato quindi presentato l’e-book di Cild “Trent’anni senza lode. Per una nuova legge sulla cittadinanza” (https://cild.eu/wp-content/uploads/2022/04/eBook_30AnniSenzaLode.pdf): “Ripercorriamo i tanti elementi critici della legge attuale e i punti di debolezza anche sotto profilo giuridico”, ha spiegato l’avvocato Salerni.

“Riteniamo- ha ribadito- che il Parlamento debba rimettere mano ai diversi aspetti che caratterizzano la normativa sulla cittadinanza, sia per ciò che riguarda i nati in Italia che per quello che riguarda la naturalizzazione di chi da lungo tempo vive, lavora e paga le tasse nel nostro Paese”.

Ius scholae

E sullo Ius scholae, la proposta attualmente in esame in Commissione Affari costituzionali alla Camera che prevede il riconoscimento della cittadinanza italiana per chi abbia frequentato regolarmente nel territorio nazionale per almeno cinque anni uno o più cicli scolastici, “riteniamo che sia comunque uno sforzo importante”, ha affermato l’avvocato.

“Al convegno- ha aggiunto- abbiamo avuto modo di interloquire con Giuseppe Brescia, il presidente della Commissione, e siamo convinti che lo Ius scholae sarebbe un passo avanti per centinaia di migliaia di persone che sono cresciute e si sono formate nelle nostre città, che hanno frequentato le stesse scuole dei nostri figli, che hanno svolto pratica sportiva nel nostro paese, che parlano la nostra lingua e che oggi sono esclusi dai diritti fondamentali, a partire dal diritto di voto”.

Per il presidente di Cild, “Se verrà approvato il testo unificato oggi all’esame della Commissione non saranno certo superate tutte le criticità di un corpus normativo ormai inadeguato ma certamente si compirà un passaggio importante. Per questo la battaglia ostruzionistica della Lega e di Fratelli d’Italia risulta particolarmente odiosa, perché colpisce uomini, donne e ragazzi e impedisce loro una piena partecipazione alla vita democratica del nostro Paese”, ha concluso.