Reato di clandestinità – Il governo contro i giudici che hanno sollevato la questione di legittimità, meltingpot.org, 29/09/2009

Reato di clandestinità – Il governo contro i giudici che hanno sollevato la questione di legittimità

di Fulvio Vassallo Paleologo, Università di Palermo

In Francia i magistrati rimettono in libertà i migranti arrestati dalla polizia, in Italia altri magistrati finiscono sotto processo per avere applicato la Costituzione.

Nei giorni scorsi il governo francese ha sgomberato e distrutto, con una imponente operazione di polizia, annunciata da tempo, il campo profughi abusivo che era sorto in prossimità della città di Calais in un bosco ( la Jungle) dove avevano trovato rifugio centinaia di immigrati afgani, in gran parte minori e potenziali richiedenti asilo . Molti di loro erano in cerca di un passaggio verso l’Inghilterra, prospettiva sempre più lontana dopo l’avvio della collaborazione tra la polizia inglese e la polizia francese per arrestare tutti coloro che cercavano di attraversare la Manica senza concedere loro alcuna occasione di accesso alle procedure di protezione internazionale.

Secondo la associazione francese CIMADE, su 138 immigrati rastrellati nella operazione di smantellamento del campo di Calais, appena qualche giorno dopo, 95 sono stati rimessi in libertà, per effetto delle decisioni di diversi giudici che hanno rilevato tra gli irregolari un numero assai elevato di richiedenti asilo e di minori. I giudici delle corti di appello che si sono pronunciati sugli arresti compiuti dalla polizia hanno rilevato che le persone arrestate non avevano potuto esercitare correttamente i loro diritti e che i minori non potevano essere detenuti nei centri di detenzione.

Come rileva anche la stampa francese molti altri immigrati irregolari, anzi la “quasi totalità” di quanti sono stati fermati nella “giungla” di Calais dovranno essere rimessi in libertà nel giro di qualche giorno perchè minori o richiedenti asilo. In Francia adesso sta montando la polemica contro la decisione disumana del governo e del ministro dell’interno, e nessuno si sogna di attaccare la magistratura perché questa ha rilevato la illegittimità dell’operato della polizia e dei prefetti che, piuttosto che prestare interventi di assistenza, hanno rinchiuso dietro le sbarre persone che già nei loro paesi avevano subito torture di ogni tipo e carcerazione arbitraria. Persone che avrebbero avuto diritto ad accedere ad una procedura di protezione internazionale e di essere accolti in un centro per richiedenti asilo, o per minori.

Sono mesi che la destra italiana ricorda che in Francia esiste il reato di immigrazione clandestina, ma adesso nessuno sta dando spazio a queste notizie che provengono da un paese governato dalla destra, ma nel quale l’autonomia della magistratura sembrerebbe ancora un valore da salvaguardare.

In Italia invece le decisioni di alcuni Procuratori della Repubblica che hanno sollevato dubbi sulla costituzionalità delle nuove norme sul reato di immigrazione clandestina, introdotto con la legge 94 del 2009, hanno sollevato e continuano a sollevare la reazione violenta, ad evidente scopo intimidatorio, di diversi ministri, prima Maroni, poi Alfano, adesso Brunetta.
Un attacco frontale contro la magistratura, dopo avere regolato i conti con la chiesa, ridotta al silenzio con il caso Boffo e con il ricatto sul biotestamento, ed alla vigilia di una cappa di censura che sarà calata sui mezzi di informazione. Una ulteriore conferma del carattere eversivo del populismo berlusconiano che governa l’Italia, grazie al controllo dei media da parte del Presidente del Consiglio e dei suoi sodali. Altro fumo negli occhi degli italiani per distoglierli dai problemi quotidiani della crisi, dal caso delle veline nelle residenze del premier, e soprattutto dal provvedimento sullo scudo fiscale, che si sta trasformando in un autentico regalo per le mafie e per gli evasori di stato.

I capitali, compresi quelli “sporchi”, possono circolare liberamente, anche quando sono mafiosi ed evasori ad arricchirsi, ma le persone migranti costrette all’immigrazione irregolare dall’assenza di canali di ingresso legali e private del diritto di accesso alla procedura di asilo, devono essere arrestate, detenute, deportate, se capita possono essere anche torturate, con l’avallo degli ufficiali di collegamento che il nostro paese dissemina nei paesi di transito ( a spese dei contribuenti).

Adesso i giudici di diverse procure (Bologna, Torino, Agrigento) sono accusati di volere disapplicare la nuova normativa sul reato di immigrazione clandestina, addirittura di commettere un reato, solo perché hanno sollevato precise questioni di costituzionalità. E forse anche perché qualche procuratore ( a Siracusa e ad Agrigento) ha aperto indagini sui respingimenti collettivi verso la Libia, chiamando in causa alti esponenti della Guardia di Finanza.

Il Consiglio superiore della magistratura dovrà pronunciarsi al più presto per difendere la indipendenza della magistratura ed i valori fondanti della Costituzione, puntualmente attaccati dagli interventi e dalle esternazioni del ministro dell’interno e dei suoi colleghi. Una serie coordinata di attacchi eversivi rispetto al valore costituzionale della indipendenza della magistratura, perché sono evidentemente mirati a condizionare già nei prossimi giorni le decisioni dei giudici di pace sulle eccezioni di costituzionalità sollevate da diversi procuratori della Repubblica. E sarà tutta da verificare la indipendenza dei giudici di pace, giudici non togati , soggetti a nomina periodica e privi del requisito della inamovibilità, giudici che operano all’interno dei CIE ( centri di identificazione ed espulsione) in condizioni di forte pressione psicologica, che convalidano senza garantire il contraddittorio provvedimenti spesso illegittimi dei questori, come i “respingimenti differiti” ex art. 10 comma 2 del T.U. sull’immigrazione n. 286 del 1998, giudici che non dovrebbero occuparsi di provvedimenti riguardanti la libertà personale.

Ma non basta. All’interno del CSM i rappresentanti del centro destra vogliono avviare una azione disciplinare nei confronti dei procuratori che hanno sollevato le eccezioni di costituzionalità, un atto di ordinaria amministrazione della giustizia, da parte di giudici che sono soggetti soltanto alla legge, e non ai voleri di questo ministro o di quel partito.

E’ noto infatti che il partito dell’attuale ministro dell’interno, la Lega Nord, chiede da tempo la nomina su base elettorale dei giudici, in modo di favorire anche nell’esercizio della giurisdizione quella parte politica che ottiene la maggioranza. In spregio del principio di uguaglianza.
Già oggi è saltato il principio di eguaglianza affermato dall’art. 3 della Costituzione, quasi con cadenza quotidiana vengono istituiti strumenti di polizia e norme processuali che valgono soltanto per gli immigrati, anche quando contrastano in modo evidente con i principi costituzionali, a partire dagli articoli 13 ( diritto alla libertà personale), 24 ( diritto di difesa) 32 (diritto alla salute) della Costituzione. Senza che queste gravissime violazioni dello stato di diritto modifichino in meglio la sicurezza dei cittadini italiani e incidano sul contrasto dell’immigrazione irregolare. Se il numero degli sbarchi a sud è diminuito questo si deve soltanto alla collaborazione con il regime dittatoriale di Gheddafi, che ha arrestato in Libia e rinchiuso nei centri di detenzione, migliaia di candidati all’immigrazione clandestina in Italia, in gran parte donne, richiedenti asilo e minori, ed adesso sta battendo cassa per il “lavoro sporco” che si è impegnato a fare con tanto zelo.

La politica dei respingimenti collettivi verso la Libia ( e verso la Grecia) non può essere definita da nessuno come un “successo storico” ma segna una delle pagine più infami della fortezza Europa, una infamia che marchierà per sempre tutti coloro che l’hanno ordinata ed eseguita. Una infamia che è costata migliaia di morti e di persone sottoposte ad ogni forma di violenza nei paesi di transito, o dopo il loro rimpatrio coatto, questo il vero bilancio che consegnerà il ministro Maroni ed il suo governo alla storia. Una infamia che non potrà essere scalfita da nessuna maggioranza conquistata nei sondaggi o nelle urne elettorali, un vero e proprio attentato quotidiano alla Costituzione, ed ai diritti fondamentali della persona, affermati nelle Convenzioni internazionali. E di tutto questo proprio l’attuale governo, ed i suoi agenti, potrebbero essere chiamati a rispondere davanti alle Corti internazionali e forse anche al cospetto dell’opinione pubblica, quale che sia il fuoco di sbarramento che i ministri cercano di utilizzare in questi giorni per distogliere l’attenzione degli italiani (anche con la menzogna) ed alimentare ancora paura e xenofobia.

Vedi anche: 
  Reato di clandestinità – Le procure sollevano la questione di legittimità costituzionale