Lampedusa, giallo su un’altra strage “Quindici morti durante un soccorso”, La Repubblica, 19/09/2009

Lettera anonima accusa la Guardia costiera: sbagliò manovra
La vicenda, giugno 2008, segnalata alle Iene e alla procura di Messina

Lampedusa, giallo su un’altra strage “Quindici morti durante un soccorso”

dal nostro inviato FRANCESCO VIVIANO

LAMPEDUSA – Nel mare tra l’Africa e l’Italia ci sarebbero altri 15 morti di cui non si era mai saputo nulla. L’ultima strage, mai conosciuta e anzi nascosta, è stata denunciata da una lettera anonima spedita probabilmente dal marinaio di una motovedetta della Guardia costiera alla procura di Messina ed alle “Iene” di Italia 1. Nella lettera si raccontano tutti i particolari di un terribile giorno, il 28 giugno del 2008, quando secondo l’estensore 15 extracomunitari, somali ed eritrei, annegarono mentre un equipaggio della Guardia tentava di soccorrerli. Un errore nell’abbordaggio avrebbe causato la strage.

La denuncia del marinaio-pentito è stata confermata dai superstiti del naufragio, che si trovano ancora chiusi nei centri dell’isola di Malta, dove furono trasferiti subito dopo la tragedia. “I sopravvissuti – afferma Daniel Pace, portavoce del ministero dell’interno maltese – hanno raccontato soltanto adesso quel che accadde. Quando arrivarono con la motovedetta italiana che li aveva soccorsi, ci dissero che c’erano stati dei morti, annegati, ma non il come né il perché”. All’inviato delle Iene Luigi Pelazza i naufraghi hanno detto che quel 28 giugno, dopo alcuni giorni che vagavano in mare, furono soccorsi dalla motovedetta. Durante le operazioni di soccorso il comandante fece calare in mare la “scaletta di banda” lungo la murata. La scala però sarebbe finita addosso agli extracomunitari. Alcuni caddero in mare e la barca si ribaltò. Parecchi morirono. Il marinaio pentito che ha scritto la lettera ha allegato le fotografie: secondo le sue accuse la responsabilità della manovra fu del comandante della motovedetta, che poi, colto dal panico, si chiuse in cabina.. Alcuni extracomunitari sarebbero stati risucchiati dalle eliche del motore. I superstiti sostengono che seppero della morte dei connazionali solo dopo l’arrivo a Malta: “Ci avevano detto che si trovavano sottocoperta per essere curati”.

L’inviato delle Iene ha raggiunto a Taranto il comandante – lì traferito – della motovedetta italiana. Intercettato dal giornalista e dall’operatore, si è rifiutato di rispondere alle domande. L’inchiesta sulla denuncia anonima è alla Procura di Messina. I magistrati dovranno stabilire la competenza territoriale, ricostruendo dalle carte di bordo il punto esatto dove sarebbe avvenuta la tragedia e decidere chi dovrà continuare l’indagine.